L'adolescenza: tempo d'attesa vs.tempo di fioritura

“L’adolescenza non è un periodo di “pazzia” o “immaturità”. E’ una fase fondamentale, contrassegnata da emozioni intense, da un forte coinvolgimento nei rapporti sociali e dalla creatività” (“La mente adolescente”, D.J. Siegel)

 

I “falsi miti” sull’adolescenza sono tantissimi e immaginiamo che sia utile cominciare piano piano a sfatarne qualcuno.

 

Una delle convinzioni più radicate è che, in questa fase della vita, gli ormoni impazziscano e contribuiscano e “mandare fuori di testa” i ragazzi. Niente di più falso.

 

Gli studi scientifici hanno sfatato queste “dicerie popolari” dimostrando che, se è pur vera la presenza dell’aumento dei livelli di alcuni ormoni, ciò che incide maggiormente sul comportamento sono i cambiamenti nello sviluppo cerebrale.

 

Un altro mito è che l’adolescenza sia una fase turbolenta “che deve passare”.

 

In realtà, questa fase di vita non è per nulla “un tempo d’attesa” ma di “fioritura”.

 

Infatti il lavoro di mettere alla prova i propri limiti e di fare esperienze nuove, tipico di questa fase di vita, può essere determinante per gettare le basi per lo sviluppo di tratti fondamentali del carattere che consentiranno di vivere un’esperienza ricca di senso e appagante da adulti.

 

Il modo in cui affrontiamo gli anni dell’adolescenza influisce direttamente sul modo in cui vivremo il resto della vita.

 

Un altro mito dice che per crescere sia necessario passare dalla dipendenza dagli adulti ad una completa indipendenza da loro. In realtà, se è pur vero che l’adolescente senta una naturale e necessaria spinta verso l’autonomia dagli adulti, è anche vero che i rapporti con questi ultimi possono offrire molto in questa fase della vita.

 

Noi psicoterapeuti, “innamorati” dell’adolescenza, siamo certi della valenza che il lavoro psicologico all’interno di un gruppo, che sia esperienziale o terapeutico, possa avere per gli adolescenti.

 

Il contatto con gli altri è lo spazio nel quale l’adolescente costruisce il sé e in cui sono evidenti le difficoltà che non gli consentono una relazione soddisfacente con se stesso e con l’ambiente.

 

Durante il lavoro di gruppo e con l’ausilio di materiali e strumenti diversi, sosteniamo gli adolescenti a stare in relazione con loro stessi e con gli altri.

 

All’interno di questo spazio quindi il nostro compito, non è quello di trasmettere insegnamenti o educare, ma è quello di agevolare l’adolescente nel riconoscimento delle proprie emozioni per condividerle con il gruppo, nel conflitto, nella difficoltà o semplicemente nell’incontro con l’altro.

 

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