DEMENZA E DEPRESSIONE IN SENESCENZA:
l’importanza di una corretta diagnosi differenziale.

Una delle sfide più delicate e complesse dal punto di vista clinico è la pratica di una corretta diagnosi differenziale, nell’anziano, tra un disturbo del tono dell’umore ed un prodromico sintomo di deterioramento cognitivo. L’attribuzione, specie nelle fasi iniziali, del quadro sintomatico a fattori di ordine psicologico/psichiatrico piuttosto che neurodegenerativi determina tanto la prognosi quanto la specificità del trattamento.
Va aggiunto che spesso i due quadri iatrogeni si presentano in comorbilità.
L’assesement neuropsicologico iniziale, supportato da una puntuale raccolta anamnesica e da un’attenta osservazione in fase valutativa, in questi casi è fondamentale ed aiuta a discriminare tra MCI (C ompromissione Cognitiva Lieve) e deficit cognitivi secondari alla presenza del disturbo depressivo (Pseudodemenze Depressive), generalmente a decorso benigno, giacche’ non sorretti da una neurodegenerazione fisiologica a carattere progressivo.
Di seguito alcuni elementi utili all’inquadramento diagnostico.

Caratteristiche cliniche DEPRESSIONE vs. DEMENZA:

• INSORGENZA:
Improvvisa vs. Graduale
• REVERSIBILITÀ:
Auspicabile vs. Declino progressivo
• UMORE:
Demoralizzato/depresso vs. Apatico/ irritabile
• ANAMNESI:
Possibile Anamnesi Psichiatrica vs Possibile Anamnesi dementigena
• SINTOMI NEUROVEGETATIVI:
Frequenti vs. Scarsi
• FUNZIONE INTELLETTUALE:
Resistenza ai test e risposte generiche tipo“non so”
vs. Risposte approssimative dissimulazione dei deficit

Per una diagnosi corretta è, infine, essenziale non solo tener presente la situazione clinica attuale del paziente ma eseguirne nel tempo un monitoraggio continuativo e completo.
Dott.ssa Barbara Conversione

Psicologa Psicoterapeuta

Alchimie Senior

 

Scrivi commento

Commenti: 0