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LOVE ADDICTION ovvero quando l’amore è sofferenza

 

  Si chiama love addiction, ossia dipendenza d’amore, e rientra oggi a tutti gli effetti tra le nuove dipendenze patologiche, ossia la dipendenza da internet, lo shopping compulsivo, il gioco d’azzardo e la dipendenza da lavoro. Si tratta di una patologia che coinvolge maggiormente le donne, ma non è raro che ne siano affetti anche gli uomini.

  Già nel 1985, Robin Norwood, psicoterapeuta americana, parlava di dipendenza d’amore nel suo famosissimo libro “Donne che amano troppo”, testo nel quale ne descrive, attraverso casi clinici, i sintomi caratteristici e propone un parallelo tra la dipendenza d’amore e la dipendenza da sostanze.

Negli ultimi anni, la ricerca si sta molto interessando al fenomeno cercando di darne una classificazione più compiuta.

  L’esperienza dell’innamoramento è comune a tutti. L’amore romantico e passionale, quello che tante volte abbiamo visto nei film, letto nei libri, nelle poesie o cantato, è il presupposto psicologico e biologico per l’instaurarsi di una relazione d’amore. È il sentimento caratteristico della prima fase, l’innamoramento appunto, quando si hanno manifestazioni comportamentali come la ricerca spasmodica della persona amata, l’attenzione centrata sull’uomo o la donna desiderati, intensa sensazione di euforia, sbalzi d’umore, e poi sudorazione e batticuore, elevato desiderio sessuale, pensieri ossessivi sull’altro, intensa necessità di vicinanza fisica ed emotiva, desiderio di controllo.

  In una relazione d’amore sana, questi “sintomi” caratterizzano solo la fase iniziale, dopodiché gli amanti che hanno la capacità di essere centrati su se stessi e di percepirsi come due individualità ben definite riescono ad andare oltre e a far sì che il loro sentimento si evolva verso un amore più maturo, basato su intimità emotiva, passione e impegno reciproco.

  Ma quando queste caratteristiche persistono e divengono rigide e pervasive della vita del soggetto allora possiamo trovarci di fronte ad una relazione disfunzionale e quindi ad una dipendenza affettiva.

  Dunque, possiamo parlare di love addiction quando:

·  il bisogno dell’altro diventa una necessità vitale e ci si convince che senza di lui non si può vivere;

·  l’esigenza di essere rassicurati rispetto al suo amore diventa impellente;

·  i propri bisogni e desideri vengono messi in secondo piano per favorire i bisogni e desideri dell’altro;

· ogni comportamento negativo dell’amato, dalle critiche alla violenza fisica e psicologica, viene giustificato attribuendo a se stessi la colpa e convincendosi della propria inadeguatezza;

· si trascurano, fino ad abbandonarle, attività lavorative e di svago, amicizie e rapporti familiari in favore di un tempo esclusivo trascorso con il partner;

·  l’esigenza di controllarlo, di sapere dove e con chi è, diventa pervasiva;

·  la sofferenza emotiva, la paura dell’abbandono, il senso di colpa permeano la quotidianità;

· un rapporto finisce e la paura di restare soli spinge a ricercare insistentemente l’ex partner o a cercare subito una nuova relazione che, inevitabilmente, ha le medesime caratteristiche della precedente.

 

In questi casi, lasciarsi aiutare da uno specialista consente di iniziare un percorso che abbia come obiettivo una modalità relazionale più sana perché l’amore non è e non può essere sofferenza.

 

Dr.ssa Cinzia Guida

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